Le incommensurabili difficoltà spirituali



Gli esercizi spirituali sono un'esperienza difficile per chiunque.
Un pò è il ritmo della preghiera liturgica, un pò il silenzio che accompagna la meditazione, un pò il problema di guardarsi dentro, e un pò l'attesa a volte frustrante di un segno della vicinanza divina.
Le difficoltà diventano un vero e proprio stress se si cade nella trappola di dover raggiungere degli obiettivi, un budget.
La dimensione della meditazione e dell'incontro con Dio non è compatibile con la definizione di un diagramma di Gannt.
Gli esercizi spirituali prendono spunto da una proposta di meditazione, da una lettura biblica, ma vivono della dimensione dell'abbandono in Dio.

Per quanto teologico si faccia il discorso, nella meditazione non c'è nulla da capire, c'è solo da adorare.

Dio ci invita innanzitutto a vuotarci di noi stessi, dei nostri pensieri, delle nostre preoccupazioni.

Vuoti, vuoti!
Questa è la condizione essenziale.
Un vaso già pieno non può accogliere nuovi contenuti.

E poi una condizione di attesa.
Tre sono le virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità.
Negli esercizi spirituali queste vengono sviluppate: nell'abbandono nelle mani di Dio che è il senso proprio della Fede, nell'attesa della vicinanza divina che costituisce la Speranza, e nell'amore gratuito verso Dio e il prossimo che è il significato della cd. Carità.

Se è Dio che salva, noi non dobbiamo preoccuparci più di tanto, perché dobbiamo solo lasciare che Lui agisca in noi.
Alla fine la difficoltà è tutta qui.

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