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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

Il fardello della Chiesa

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Leggendo i famosi fioretti di S. Francesco di Assisi si può identificare ciò che lega la Chiesa allo spirito della terra, allora come oggi. La comunità cristiana non riesce a focalizzare l'attenzione sulla ricerca di Dio, se sta badando all'amministrazione dei beni materiali. Non si possono servire due padroni. Ci sono molti ecclesiastici che sono magari ottimi amministratori, ma che siano quello e anche ottimi pastori non ne ho mai conosciuto. Gli ordini religiosi sono dotati di lasciti di ferventi fedeli, ma mi pare più il danno che il vantaggio. La sobrietà è una questione innanzitutto interiore, è il rifiuto dell'attaccamento e del benessere materiale, ma è più facile che un cammello entri in una porta usb piuttosto che chi vive tra gli agi riesca a distaccarsene tanto da vivere solo per l'amore di Dio. Anche la tentazione del potere secolare è stata un grosso inciampo per l'evoluzione della comunità ecclesiale nella storia. Questa storia

Siamo il tempio

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Oggi Don Andrea ci spiegava uno degli aspetti della rivoluzione della Buona Novella, che sta nella definizione della individuazione del luogo della comunicazione con Dio. Se fino a Cristo c'erano siti in cui Dio si considerava esclusivamente presente, i tempi in cui si celebrava il sacrificio rituale, dopo il sito dove Dio è presente è direttamente l'uomo. Con il Battesimo e nell'Eucarestia Dio entra nell'uomo e vi risiede stabilmente. E' l'uomo il tempio, non l'edificio di culto. Questo discorso è molto importante perchè le implicazioni pratiche e quotidiane sono diverse e significative. Dobbiamo vivere riconoscendo di essere contenitori di Dio, il quale vive con noi fin dalla nascita e ci conosce profondamente come nessun altro. Dobbiamo dare valore alla Sua presenza, cercando costantemente il segno della relazione con noi. Dio è amore, e la Sua presenza ci deve riempire di amore. I sacramenti ci comunicano questa realtà in modo definitivo. Non c&