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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

Non per dovere

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Il problema della Chiesa, fin dalle sue origini, sta nel fatto di riuscire a gestire insieme la conservazione viva dell'autentico messaggio di Cristo, e la propria organizzazione. Se la Buona Novella è un messaggio breve, essenziale, sostanziale che parla direttamente al cuore di ogni uomo e propone un particolare rapporto di donazione gratuita di sé agli altri e un abbandono totale alla volontà di Dio, l'organizzazione di una comunità invece paga una complessità di rapporti che dipende dal numero dei  partecipanti, dalle loro attitudini e dalla loro cultura. I primi documenti scritti del cristianesimo sono le lettere di Paolo. In esse troviamo che spesso l'apostolo si rivolge alle comunità che aveva fondato censurando le deviazioni e indicando i giusti modi di condursi. Ogni comunità viveva esperienze di carrierismo interno e di compromissione morale.  Nella prima lettera a Timoteo ad esempio leggiamo:  "1Timoteo 3:2 Ma bisogna che il vescovo sia i

Non ti preoccupare di capire

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Se per te la fede in Cristo non è una semplice tifoseria come tante simpatie ideologiche, ma la scelta di vivere in una certa prospettiva di Salvezza, allora dovrai rinunciare a capire dove il Signore ti porta ogni giorno. La prospettiva del credente non è quella di chi sa precisamente dove vuole arrivare e come; il cristiano ogni giorno si dispone ad accogliere la proposta di Dio, quale che sia. Allora, guarda, puoi fare così: fai le tue scelte razionalmente, e cerca di intravedere negli incontri quotidiani quella sensazione positiva che ti orienti verso le cose più giuste ed opportune. Anche fare dei programmi di massima è ok, se non ti attacchi ad essi.  Ma non pretendere di capire perché quella cosa che volevi fare non riesce, perché quella porta a cui volevi accedere si è chiusa, perché non sei più riuscito a frequentare quella persona che amavi tanto. Il tempo di questa vita è breve, e non puoi percorrere tutti i rivoli delle diverse scelte di vita.  Devi

Nessuno é buono

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Troppe persone che conosco sono scoraggiate e deluse dai tradimenti e dalle ipocrisie delle persone che guidano la Chiesa e la società civile. Anche a voler pensare positivo non si possono negare gli episodi più evidenti. Il problema però sta nelle nostre aspettative: ci piace credere all'esistenza di persone integerrime, tutte di un pezzo. E mentre noi ci culliamo nelle nostre chimere, la realtà ci travolge. Allora, ripetiamolo ancora: siamo tutti peccatori ed imperfetti. Non c'è santo che tenga. Né prete né Papa né apostolo. Nessuno è buono, e Gesù lo sapeva benissimo: " Nessuno è buono, se non uno solo, Dio."  (Luca  18,19). La smettiamo di aspettarci fedeltà e coerenza, per favore? Anche da noi stessi! Non siamo buoni, per quanto magari ci sforziamo di esserlo. Perciò quando sbagliamo diciamoci: è normale, è prevedibile, perché siamo esseri limitati che in ogni istante della nostra vita abbiamo bisogno dell'amore misericordioso di Dio. E co

Non disprezzare il peccatore

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Spesso sfugge alla nostra attenzione quotidiana che per amare il prossimo occorre per forza rinunciare a pensar male di quelli che sbagliano. Spesso non lo facciamo neanche apposta: è diventata un'abitudine mentale. A volte possiamo accorgerci che pensiamo male degli altri solo ponendo attenzione ai discorsi che facciamo: se chiacchierando con i nostri amici ci troviamo a criticare, a stigmatizzare il comportamento di chicchessia, ci siamo.  Eppure sarebbe del tutto fuorviante amare solo quelli che noi riteniamo delle persone degne del nostro rispetto. Intanto a seconda dei nostri parametri soggettivi tale criterio potrebbe diventare irragionevolmente selettivo; ma al di là di questo, la via indicata da Cristo è un'altra.  Amare i nostri nemici, amare persino coloro che ci perseguitano. Amare senza giudicare. Gratuitamente, come ha fatto e fa ancora oggi Lui con noi. Ne ho parlato con alcuni amici, e spesso mi è stato risposto: "sì, sarebbe bello, ma non

La moglie cristiana

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In occasione della festa di Santa Monica, mi è capitato di leggere cosa ne scriveva il figlio Agostino. In un mondo in cui facilmente le coppie vanno in crisi, anche quelle composte da credenti, credo sia utile a me e a tutti richiamare l'insegnamento di Monica: "9.19. Educata dunque alla discrezione e alla sobrietà, e da te sottomessa ai genitori piuttosto che dai genitori a te, quando compì l'età da marito fu consegnata a un uomo che servì come un padrone: e fece di tutto per guadagnarlo a te, parlandogli di te con quel suo modo d'essere di cui tu la facevi bella e pur nel suo contegno amabile e ammirevole per il marito. Quanto poi agli oltraggi da lui inflitti al letto coniugale, fu così tollerante che non ebbe mai alcun diverbio con lui a questo proposito. Aspettava che su di lui scendesse la tua misericordia, e con la fede gli desse un po' di castità. Lui era del resto capace di forti attaccamenti come facile all'ira. Ma lei riusciva a non opporre re