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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Quando guardo la tv

A volte, quando guardo una fiction alla TV, mi immedesimo nei personaggi. Mi diverto a immaginarmi ad affrontare le avventure con loro, come se fossi lì con loro. Il problema è che quando compiono scelte autodistruttive, ho un forte senso di ripulsa. Non perché non accetto che si comportino male. Anzi godo a vedere che superano certe regole, reagiscono con violenza o superano i limiti. Io non lo farei, ma nella fantasia mi concedo Delle trasgressioni. Quando però si ubriacano, si drogano, si autodistruggono, non lo accetto. Diventa troppo distante quello che fanno da quello che vorrei fare. E poi quando tradiscono i loro partner, di nuovo non lo accetto. Non mi piace la falsità. Fai quello che vuoi, ma assumiti le tue responsabilità. Riflettendoci, le cose che mi danno più fastidio sono un eco dei miei peccati. Penso che se dopo la morte ci sarà un momento per rivedere come ho condotto la mia vita, proverò lo stesso disgusto che provo adesso con i personaggi delle fiction. Ogni peccato

Cosa siamo

Una certa filosofia di stampo vagamente buddista insegna a non identificarsi con la propria mente, con il proprio pensiero. Noi non siamo il nostro pensiero perchè non siamo solo un'entità materiale. E il pensiero deriva dalla materialità dei nostri processi neuronali. La mente è uno strumento, che produce pensieri che in maggioranza non hanno un'utilità diretta. Cosa siamo allora? Siamo qualcosa solo in rapporto a Dio. L'essenza di un individuo non è il suo aspetto, nè la sua età, nè i suoi ragionamenti, anche se comunemente siamo soliti rilevare solo questi livelli di percezione superficiale. Siamo creature di Dio, destinati a vivere in Dio per sempre. In Lui troviamo il nostro senso. Che va ben al di là di quello che facciamo. Perchè quello che conta non è fare, non è pensare, non è comunicare, ma essere. Essere amore per il prossimo vuol dire essere in Dio. Solo Lui ti può giudicare, pesare. Cogliere questa essenza dell'uomo è importante