Le piaghe della Chiesa

Pochi giorni prima della Pasqua, il clero cattolico sta dando il meglio di sè: ieri la vicenda di quel parroco di Bonassola che ha protestato contro il divieto imposto dal Vaticano di benedire le coppie gay, sabotando la domenica delle palme negando la benedizione dei sacramentali, e oggi vedo due stimati cardinali che contestano il divieto di farsi le messe private in San Pietro voluto dal Papa in persona.
Al di là del merito delle questioni, che francamente non mi sembrano importanti per la dottrina fondamentale della Chiesa, quello che sconcerta francamente sono queste prese di posizione anti-papa.
Papa che è continuamente pressato dalla gerarchia ecclesiastica e sembra aver rinunciato a diverse ipotesi di evoluzione, come quella sul celibato dei preti, quando anche il papa emerito si era schierato con la fronda conservatrice che temeva che con quello potesse cadere tutta la credibilità della Chiesa cattolica.

Personalmente, ritengo che la figura del papa come la troviamo adesso sia figlia di quella riforma gregoriana (papa Gregorio VII e dintorni, verso il 1100) che ha fortemente innovato rispetto alla tradizione della Chiesa dei primi mille anni, laddove il papa era un vescovo rispettato ma non gerarchicamente sovraordinato agli altri. Senza parlare del recentissimo dogma dell'infallibilità papale. 

Comunque sia, il clero cattolico non può rinnegare l'ordinamento della propria organizzazione confessionale. Sarebbe come se gli ufficiali di un esercito facessero continui atti di insubordinazione. Nessuno è obbligato a fare l'ufficiale nè a fare il prete, e quindi se accetti il ruolo devi accettare anche la disciplina del corpo.

Esistono diversi modi di vivere la propria fede, e uno può ribellarsi come Lutero & C. o farsi i fatti propri come gran parte dei cattolici praticanti che, interrogati sulla dottrina, fanno uscire tutta una personale interpretazione spesso anche eretica rispetto alla dottrina ufficiale.

Ora io, leggendo la storia, e la storia della Chiesa in particolare, vedo una miriade di passi falsi, ma anche tante personalità di spicco, che hanno testimoniato una relazione profonda con Dio. E alcune di esse le ho conosciute anche io, dentro la Chiesa e grazie alla Chiesa. Questo è un debito che non potrò mai disconoscere. Una realtà vissuta concretamente, non una teoria.

Persone come Francesco di Assisi o Madre Teresa di Calcutta ci hanno dato l'esempio di una presenza nella Chiesa al di là delle polemiche dottrinali o della critica interna all'organizzazione ecclesiastica.

Mi sembra un esempio da seguire: cerchiamo di cogliere in tutto e in tutti il buono che c'è - perchè c'è - e accettiamo la condizione di corruzione in cui viviamo su questa terra, per volontà del buon Dio, il quale ci ha posti in questo mondo di tentazione perchè tiriamo fuori un poco di coraggio ed eroismo, e nonostante tutto ci aggrappiamo a Lui fino al passaggio alle dimore eterne.

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