Sepolto e ritrovato

Mi accorgo oggi che non ho scritto più un post dal 13 settembre 2019; una settimana dopo moriva mia moglie Gigliola.

E' stato un evento travolgente, straziante, e comunque fecondo di una revisione totale della mia vita, del modo in cui vivere la realtà quotidiana.

Massimo Recalcati nel suo libro "Incontrare l'assenza" dice "Ogni volta che facciamo esperienza del lutto, facciamo esperienza di una perdita che non è una tra le altre, non è una perdita qualunque, ma è una perdita che ci costringe a rivedere il nostro modo di guardare il mondo... poichè chi amavamo dava senso al mondo, la perdita di cui il lutto è la reazione affettiva è anche perdita del senso stesso del mondo. Non solo, dunque, la perdita di un oggetto, ma anche del senso che l'esistenza di quest'oggetto dava al mondo...".

Io mi sono sentito morire dentro di me, e nello stesso tempo mi sono rammaricato di non essere morto insieme a lei, o almeno subito dopo. Anche questo non è concesso, occorre vivere. 

Gigliola amava il film animato giapponese "Si alza il vento" e su di esso aveva progettato lo stand del Comune di Genova a Euroflora 2016; in esso si racconta la biografia tragica dell'ingegnere giapponese che progettò gli aerei dei kamikaze della seconda guerra mondiale, e si ribadisce il verso di Paul Valery "Si alza il vento, bisogna tentare di vivere".

In quei momenti tragici mi sono rifugiato nelle mani di Dio.

Questo è il discorso che ho pronunciato al funerale di Gigliola il 21 settembre:

In questo momento di cordoglio per tutti vorrei celebrare l'amore che ha unito Dio, Gigliola e me fin da quando eravamo adolescenti.

Tanti anni sono passati, contraddistinti dal calvario per i problemi di salute e dal quotidiano divertimento di stare assieme.

In questa messa ho voluto riproporre le letture che avevamo scelto per il nostro matrimonio: parlano della gioia del marito per il dono straordinario della sposa che Dio ha scelto per lui; del senso della vita che si trova nel volersi sacrificare per amore; dell'impegno di dare gusto alla vita degli altri.

Era il nostro programma di vita insieme, in qualche modo pur imperfetto l'abbiamo realizzato. 

Ecco Gigliola è nata al Cielo 3 giorni fa accompagnata da me e dai suoi cari nell'amore e nella preghiera.

Ora è in Dio, completamente.

La separazione è molto dolorosa, ma questa vita è breve, e sappiamo che la ritroveremo dopo e staremo con lei per sempre.

Gesù ha detto: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. “ Gv14,23

Noi vogliamo amare Dio, cerchiamo di vivere l'amore per il prossimo nella Sua Parola, perciò Dio viene a prendere dimora in noi, e Gigliola con Lui.

E' ben di più che ricordare una persona speciale che abbiamo incontrato nella nostra vita, è vivere sentendo la sua presenza dentro di noi con Dio.

E poi, dopo quei momenti tragici, c'è stato il tempo di imparare di nuovo a vivere, e a gestirsi la solitudine in casa.

Sono stato molto aiutato: Gigliola in sogno mi ha sussurrato "Ti aiuto io", e gli amici più cari mi hanno affiancato tanto.

Ho riscoperto tanti segni della presenza di Dio anche in quei momenti: varie situazioni nei mesi precedenti che mi avevano fatto presagire la morte di Gigliola, anche se il giorno prima di avere l'infarto sembrava stare benissimo; varie "coincidenze" tra cui il fatto che sia morta il giorno del suo santo preferito, S. Giuseppe da Copertino; e l'8 dicembre successivo alle 2 di notte mi sveglio per una voce tonante che mi rimbomba in testa (senza passare dalle orecchie) "Ti custodisco Io". Tanti segni.

Un anno dopo alla messa di anniversario ho detto:

Vi ringrazio di essere venuti a questa messa con Gigliola. Avrei voluto dirvi queste cose prima della messa, ma qui non usa, e così ve le scrivo. In questa Chiesa della Consolazione Gigliola ha pregato spesso e in particolare negli anni in cui io la portavo in ufficio con molto anticipo e prima di entrare veniva a messa qui. Una decina di anni fa mi aveva raccontato che era entrata in questa chiesa e aveva trovato un vecchietto appeso a una di quelle acquasantiere all'ingresso perchè non riusciva a reggersi sulle gambe e quindi l'aveva soccorsa insieme un'altra signora, l'avevano prima portato in un bar qui vicino a fare colazione e poi lei lo aveva accompagnato al Pronto soccorso dell'Ospedale Galliera tenendolo a braccetto lungo via frugoni. Quando sono arrivati all'ingresso del Pronto soccorso lui le ha detto: "Signora ha fatto molto per me stamattina ma lei non conosce neanche il mio nome", e lei ha risposto: " Sì che lo conosco: Prossimo!". Questo è pisodio ci spiega un po' l'amore per il prossimo di Gigliola. Oggi siamo qui per una messa che però non vuole essere semplicemente una memoria di Gigliola ma vuole essere la ricerca di Gigliola nella vita presente. Dio che è presente qui e ora, nella realtà che viviamo adesso, e con Lui Gigliola. Gigliola aveva la devozione particolare per un santo, un frate cappuccino vissuto nel 600, che io e lei avevamo conosciuto sui banchi di scuola come patrono degli studenti, San Giuseppe da Copertino. Questo santo aveva una manifestazione particolare della sua spiritualità: durante la messa si sollevava dal suolo e questo fenomeno era stato constatato prima nello sperduto convento dove viveva in puglia e poi - quando il popolo era stato attirato da questo fenomeno - questo frate è stato chiamato a Roma e si è sollevato davanti al papa con tutta la corte. e quindi per proteggerlo dalla curiosità popolare è stato isolato in alcuni conventi dell'Umbria e delle Marche finendo la propria vita nel convento di Osimo vicino ad Ancona. Io e Gigliola negli anni 90 abbiamo potuto visitare la sua casa e la sua tomba, e ricordo che la prima volta che siamo arrivati in questo comune medievale non sapevamo dove fosse il convento e abbiamo cominciato a esplorare; a un certo punto io senza neanche guardare ho indicato un vicolo anonimo che però poi ci ha portato dopo poche decine di metri davanti al commento ; ricordo di aver detto a Gigliola: "accidenti ma questo santo ci chiama si chiama forte!". Questa devozione l'ha accompagnata fino all'ultimo e Gigliola è morta il giorno della festa di questo santo, e penso che San Giuseppe da Copertino l'abbia ricevuta in in cielo secondo quanto dice il vangelo: "procuratevi amici che vi accolgano nelle dimore eterne." Lc16 Pertanto oggi siamo qua riuniti nella ricerca di Gigliola che vive in Dio e quindi parteciperemo questa messa cercando Dio e cercando Gigliola in Dio. Grazie ai sacramenti coltiviamo la relazione con Dio, e questo è il solo modo per ritrovare in noi le persone che abbiamo amato. La morte è una nuova nascita, dopo la quale siamo gli stessi ma in forma diversa. Siamo stati diversi di essere prima di essere partoriti e così Gigliola ha assunto forme molto diverse nella sua vita. Io l'ho conosciuta adolescente e poi donna. NeI momenti della salute e nella malattia ha assunto forme diverse ma era sempre lei; ci sono stati anni in cui era gonfia per la terapia per la chemioterapia per la terapia al cortisone e le erano caduti i capelli; c'erano anni in cui era magrissima per la dialisi ma era sempre lei. Ora tanto noi non possiamo immaginare in che forma sia lei adesso ma sicuramente possiamo pensare che sia nella Luce. Io in questo anno l'ho sognata una trentina di volte sempre sorridente e luminosa, e una volta in un sogno le ho chiesto com'è fatto Dio e lei ha preso un bastoncino dalla tasca e a agitandolo in aria il bastoncino ha preso fuoco tutto intorno. Dio è proprio questo: un fuoco di amore in ognuno di noi. Noi non non lo vediamo, ma Lui c'è. E Gigliola anche. Grazie.


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