Rissa al Sepolcro


I telegiornali di stasera riportano la notizia della rissa avvenuta tra i monaci greci e quelli armeni durante una funzione religiosa dentro la chiesa del S. Sepolcro a Gerusalemme; ulteriormente amplificato da un video ben ripreso.
 Cosa deve si deve pensare, di tale sacrilego evento, dal punto di vista religioso?

Non mi scandalizza lo scontro fisico: gli uomini sono di natura violenti; e i religiosi non fanno eccezione.
 Mica per niente Pietro affrontò con la spada chi era venuto ad arrestare Gesù (Gv 18,10).
 E la storia successiva ci rendiconta di secoli di guerre di religione, tra cristiani.
 In tempi più recenti, abbiamo cercato di convincerci che alla base della guerra tra cattolici e protestanti nell'Ulster ci fossero ragioni sociologiche, più che religiose.

Resta comunque significativo il distacco tra il messaggio di umiltà e mitezza di Gesù, e l'interpretazione e la prassi successiva.
 Sembra che chi si dedichi anima e corpo alla testimonianza del messaggio cristiano, tenda a perseguire le proprie convinzioni con tanto entusiasmo, da seguire alla fine solo se stesso.
 Vorrei proporre un rovesciamento della visione comune del cammino religioso; invece di ritenere che si avvicini a Dio solo chi rinuncia al mondo per approfondire la propria fede, direi che si riesce a mantenere una visione lucida degli obiettivi spirituali solo in una vita vissuta nella ragione pratica.
 Gli invasati della fede solo fuori dalla realtà, perseguono delle chimere; una fede credibile deve essere fondata su un'analisi storica e razionale del messaggio religioso.
 Con tutto il rispetto per esperienze religiose di tipo mistico, per vampate di sentimento religioso, preferisco volare basso, mantenendo la testa sul collo e i piedi per terra.
 Solo così riesco a vedere che l'imperatore è nudo, e che le forme cerimoniali ecclesiastiche sono più il frutto dell'evoluzione di antiche ritualità che la continuazione di quegli apostoli che vestivano come i loro contemporanei.
 E vedere al di là dei neri talari la validità del lavoro svolto dai sacerdoti locali.

Il cristiano non deve mai abdicare alle proprie facoltà di conoscere e valutare anche le questioni religiose.
 Ritornando all'animosità tra i religiosi greci e armeni direi: fino a quando la comunità cristiana non rinuncerà ai settarismi, non sarà molto credibile nella testimonianza.
 Conosco le questioni storiche e teologiche che separano cattolici, protestanti, ortodossi, e altri: mi sembrano tutti vestiti invisibili dell'imperatore.
 Quando capiranno e diranno che l'imperatore è nudo, allora saranno testimoni credibili della Verità e di Gesù.

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