Maria a Lourdes


Ho aderito alla proposta del pellegrinaggio a Lourdes del mio vecchio amico carmelitano perchè da oltre quindici anni questa idea di portare mia moglie nel luogo dei miracoli mi attraeva. Mio nonno aveva sponsorizzato l'idea, offrendo di coprire le spese – anche di un eventuale viaggio in aereo, ma morì dieci anni fa senza che io fossi riuscito ad organizzarmi con la dialisi di mia moglie. Poi dopo il trapianto del rene l'emergenza era un po' passata, e del viaggio non si era più parlato.
E così, quando mi è stata fatta la proposta, ci ho voluto vedere un segno divino, e ho insistito con mia moglie, che non era affatto convinta.
Cosa mi aspettavo? Speravo nientemeno che in un luogo così spirituale avrei potuto capire qualcosa di importante di Maria.
Anche se sono stato sempre consacrato alla Madonna del Carmelo, essendo nato nel giorno della sua festa, ed avendo frequentato fin da bambino i frati carmelitani, devo dire di non aver mai capito abbastanza di questa figura. C'erano aspetti che non mi convincevano, come la pratica del rosario, la devozione spinta fino al punto di divinizzare questa figura.
Tuttavia, nella mia pratica della preghiera quotidiana o quasi, spesso ricorrevo ad un appello alla madonna, con una forma di riconoscimento della sua persona come di famiglia, essendo la madre del mio Maestro e Amico.

Gesù nasce dopo l'annunciazione, in cui Maria si rende disponibile al progetto di Dio. Maria affronta disagi notevoli durante la nascita. Poi quando cresce ad un certo punto deve affrontare la presa di posizione netta di suo figlio quando fugge dai dottori del tempio, e neanche si scusa. Poi ancora lo forza ad intervenire alle nozze di Cana, quando lui dice che non vuole. Poi dopo il battesimo del cugino lo perde di vista, perchè prima si ritira nel deserto e poi inizia la missione pubblica di evangelizzazione. Quando prova a riavvicinarlo, lui taglia e dice ai discepoli: chi è mia madre, chi sono i miei fratelli? Non è registrato che Gesù si sia fatto vivo neanche per il funerale di suo padre putativo, e quindi Maria avrà dovuto far da sola. La perdiamo di vista fino al Golgota. Lì finalmente pare che il figlio si preoccupi per lei, e la affida ad un discepolo. Dopo lo strazio della morte del figlio, rimane presso la comunità dei discepoli. Vive l'annuncio della resurrezione. Non è registrato che abbia ricontrato il figlio risorto, quando entrava nei locali passando attraverso i muri e mangiava con i discepoli. Però si riferisce che fosse presente all'effusione dello Spirito Santo della Pentecoste. Di lì in poi, non ha alcun ruolo di guida all'interno della Chiesa. Anche nel culto protocristiano, quello dei simboli di pesce disegnati sulle catacombe, lei non compare. Solo nel medioevo assurge a oggetto di culto come prezioso simbolo dell'amore materno divino. E più recentemente comincia a farsi viva in apparizioni, rivendicando un ruolo nuovo di intermediaria con Gesù. Proprio a Lourdes, si qualifica come Immacolata Concezione, avvalorando la dichiarazione dogmatica di papa Pio IX nel 1854, la cui opportunità è più dubbia dello stesso fondamento teologico. Che poi dal concetto di assenza di peccato originale si passa al corollari ancora più misteriori come il parto senza la rottura dell'imene; particolari non utili alla fede di nessuno, ma di ovvio ostacolo all'approccio razionale alla fede, e quindi secondo me per lo meno inopportuni. 

Attualmente Maria appare a Majougorie, lasciando quotidiani messaggi in cui chiede di pregare per affrontare il momento critico che si sta avvicinando ineluttabilmente, presagendo un disastro imminente. Il che è un messaggio poco accettabile ad una mentalità razionalista come l'attuale, che vede come millenariste le teorie di chi presagisce gravi prove all'orizzonte, e che è più individualista, pensando più alla propria morte che alla fine del mondo.

Ritornando a Lourdes, sono partito per il pellegrinaggio riflettendo su quanto sopra.
Dopo un giorno di viaggio e una sera passata ad esaminare il complesso monumentale della basilica, la mattina seguente ero già insoddisfatto di non aver avuto rivelazioni particolari, e con questo animo sono andato alla messa nella grotta delle rivelazioni, quasi lagnandomi con Dio e la Madonna per non aver corrisposto al mio sacrificio di aver affrontato questo viaggio.
Ho cercato di analizzare ciò che vedevo. Non ricevevo impressioni particolari dai luoghi di culto, neanche dalla grotta delle apparizioni, né dal contatto con l'acqua della Madonna. Vedevo però molta gente di tutte le età e di tutte le nazioni impegnate nelle devozioni rituali.
Dal tempo di presenza in questo campione di umanità, traevo la sensazione di un bisogno forte, che stentavo a razionalizzare.
Poi, durante la meditazione eucaristica, ho cominciato a mettere a fuoco dei concetti dall'insieme degli stimoli che mi venivano dai discorsi che ascoltavo.


La sete di Dio: tutta l'umanità che mi girava intorno interpretava in modo esplicito la ricerca di Dio, a livello individuale e collettivo. Questa spinta motivazionale è l'unica che possa indurre le persone alla scelta della fede. Credere non è facile, perchè la ragione si ribella ai misteri religiosi. Ci vuole umiltà, e l'aiuto di Dio. Per quello la fede è anche un dono. 

E poi, sulla figura della Madonna. Ci sono due aspetti da evidenziare: da un lato, in Maria di esprime il lato femminile di Dio. Quindi non più una figura trascendente di tipo paterno, che sembra interpretare il lato più prescrittivo, ma una figura di accoglienza di tipo materno, di cui il popolo di Dio ha bisogno, e che fa fatica a ritrovare nell'immagine del Dio Padre, mentre più facilmente trova nella figura della madre di Gesù. La devozione dei fedeli secondo Gesù va rivolta a Dio Padre, nel suo nome, e in questo senso si esprime in modo costante nel testo dei vangeli. Ma Dio è in una dimensione che supera i limiti dell'eterosessualità, e quindi è anche madre misericordiosa. Per i fedeli questo aspetto può essere puù facilmente rappresentato dalla figura di Maria. 

L'altro aspetto è quello di Maria come persona storicamente ricondotta e recuperata nel suo ruolo nascosto dei vangeli. Una persona problematica che, come ho accennato sopra, ha vissuto quasi sempre in una dimensione tragica e sofferta. Se il valore di una persona può essere proporzionato alle prove che ha dovuto superare, Maria è sicuramente una persona da stimare molto. Si è fatta forza in diverse situazioni che avrebbero indotto alla disperazione chiunque, e ha affrontato l'imbarazzo di una maternità non naturale, di un distacco forte dal figlio durante i tre anni di missione pubblica, il dolore contro natura di vedersi torturare e uccidere il figlio sotto gli occhi. E chissà quanti altri problemi, che non conosciamo. Chi crede al fatto che oggi sia viva e vera, può dunque affidarsi a lei come ad una persona concreta, e non edulcorata come in tante agiografie, immagini e riti tradizionali.

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