Lo scandalo e la zizzania



La Chiesa è di nuovo in imbarazzo per il grosso scandalo portato dagli abusi di un parroco di Sestri Ponente.
Molti giustamente esprimono la loro rabbia per questo nuovo episodio di pedofilia ecclesiastica e hanno plausibilmente concluso che è meglio tenere i bambini lontano dai preti.

I più eruditi sul testo evangelico hanno citato il famoso detto: "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare." (Matteo 18:6)

Tutti questi eventi attuali mi hanno suscitato una riflessione un pò paradossale, che forse urterà la suscettibilità di qualcuno, ma che dal punto di vista teologico secondo me ha qualche fondamento.

La Fede di qualcuno è salda come una roccia, e qualunque cosa succeda rimane salda nell'amore di Cristo e della Chiesa; una buona parte dei frequentatori delle parrocchie, invece, sono invischiati nelle dinamiche relazionali della loro comunità, piene di mormorazioni, di malizie, di invidie e gelosie. A costoro basta poco per scandalizzarsi, e prendere posizioni contro la gerarchia ecclesiastica.

Ad esempio, qualche anno fa proprio nella mia parrocchia l'allora cardinale di Genova Bertone fu ingiuriato e schernito e persino sputato sulla porta della chiesa da alcuni devoti parrocchiani che osteggiavano la sua decisione di rimuovere e sostituire il parroco insediato da decenni.

E' in questi momenti di ribellione che si possono facilmente discernere i veri cristiani, e quelli di facciata.

A questo proposito mi piace citare questo brano:
"Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio". (Matteo 13:24ss)

Paradossalmente proprio il peccato più rivoltante, lo scandalo che di per sè è il maggiore autogol mediatico, può distinguere il grano dalla zizzania, ovvero la vera comunità cristiana militante dai cd. cristiani di facciata.

Non importa se le parrocchie perdono più di metà dei propri fedeli. Meglio pochi ma sinceri, che molti e ipocriti. Del resto anche l'attuale Papa dichiara nel suo libro-intervista "Luce del Mondo": «Non siamo un centro di produzione, non siamo un’impresa finalizzata al profitto, siamo Chiesa».

E occorre ricordare che la Chiesa è la comunità dei credenti, non degli ecclesiastici. Ed in ogni caso è comunità di peccatori, di persone in cammino, che cadono continuamente. Il valore della comunità non sta nei suoi meriti morali, ma nel fatto di rimanere fedele alla via tracciata da Cristo nella tempesta delle vicende storiche.

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