I frutti del silenzio


Sono da poco tornato da un ritiro in montagna con il gruppo religioso che frequentavo da adolescente, e man mano che passano le ore nel tran tran della routine quotidiana mi accorgo del valore dell'esperienza che ho lasciato.
Alcuni giorni di immersione nel silenzio totale e nella preghiera mi hanno dato dei benefici che non speravo.

Partendo dalle questioni più terra-terra, è stato estremamente riposante. Non che abbia dormito più del solito, ma sgomberare la mente dai pensieri e dalle preoccupazioni familiari e professionali è stato un risultato importante, che mi ha creato la suggestione surreale di camminare tra le nuvole.
Quando i tre giorni di silenzio sono terminati, ho provato una forte sensazione di fastidio per il riprendere del chiacchericcio e dei rumori di radio, televisione etc.
E ho avuto l'impressione di rientrare nel mondo dopo un tempo indefinito di distacco, come se in quei giorni il tempo si fosse dilatato.

Non che siano stati giorni vuoti: anzi, tra momenti di provocazione teologica da parte del prete, e quelli della liturgia delle ore e funzioni religiose varie, la giornata era impegnativa. C'erano poi un paio di ore al mattino e al pomeriggio dedicati alla riflessione personale, in cui era raccomandato passeggiare nei dintorni per evitare la tentazione di addormentarsi. Questo mi ha indotto ad un'attività fisica molto superiore al mio standard ordinario.
Il tutto l'insieme, comunque, ha creato un effetto riposante sulla mia psiche, e di questo sono testimoni i colleghi e amici che mi hanno segnalato che sono tornato con un aspetto visibilmente molto riposato, un effetto che spesso qualcuno non riesce a raggiungere neanche in un mese di ferie.

Per come sono fatto io - poco incline alla solitudine - è stato importante anche la condivisione dell'esperienza con un gruppo di giovani motivati. Gente per la verità un pò straordinaria, fuori dai clichè comuni, perchè predisposta ad una spiritualità molto particolare, lontana dalle normali prassi diocesane, che si esprime anche nel recupero della sacralità della liturgia in latino, e nel canto gregoriano. Per me, erano anni che non partecipavo a simili forme di culto, ed è stato un piacevole ritorno.

Ma ritornando al tema del silenzio, se all'inizio era un pò una forzatura dover comunicare a gesti per le più banali esigenze pratiche, in poco tempo è diventato un sistema normale ed efficiente. Siccome sono poi abituato ad essere seguito durante tutta la giornata dalle news di internet e dalle comunicazioni personali al cellulare, anche lì lo stacco è stato radicale e benefico.
Ormai mi ero integrato in questa bolla isolante dal mondo, e non sentivo l'esigenza di riuscirne.
Una sorta di anticipazione di una condizione ultraterrena.

Come dico, la fine del ritiro è stata un evento esterno: previsto, ineluttabile, ma spiacevole.
E poi, uscito dallo stato semi-ipnotico, in questi giorni successivi sto traendo questi stupendi benefici in termini di serenità, pacatezza, distacco dalle problematiche quotidiane, e senso di ristorazione complessiva.
Da provare!

E non ho detto - perchè sarebbe difficile esprimerlo in un blog - del frutto delle meditazioni, dei proponimenti, dei piccoli ma importanti cambiamenti che quasi inconsciamente si stanno producendo nella vita domestica; comunque c'è molto di più.
I miei cari amici atei e agnostici non sanno quel che si perdono! ;)

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