L'uomo che ci ha dato il Fuoco


"Dopo lunghi anni di lavoro, un inventore scopri l'arte di accendere il fuoco. Portò con sé i suoi attrezzi nelle regioni del nord ammantate di neve e insegnò a una tribù quell'arte e i suoi vantaggi. La gente era così affascinata da quella novità che a nessuno venne in mente di ringraziare l'inventore, il quale un giorno se ne andò in silenzio. Poiché era uno di quei rari esseri umani dotati di vera grandezza, non aveva alcun desiderio di essere ricordato o riverito; si accontentava di sapere che la sua scoperta era servita a qualcuno. La seconda tribù presso cui si recò era altrettanto ansiosa di imparare della prima. Ma i preti locali, gelosi dell'ascendente che egli esercitava sul popolo, lo fecero assassinare. Per sviare i sospetti, fecero collocare un ritratto del Grande Inventore in bella vista sull'altare principale del tempio, studiarono una speciale liturgia che rendesse omaggio al suo nome e ne mantenesse vivo il ricordo e posero la massima cura nell'evitare che si modificasse o omettesse anche solo una rubrica di tale liturgia. Gli attrezzi per accendere il fuoco furono conservati in uno scrigno e si diceva che avessero il potere di guarire tutti coloro che vi ponevano sopra le mani con spirito di fede.Il Sommo Sacerdote si incaricò personalmente di redigere una biografia dell'inventore, il Libro Sacro in cui venivano presentate la sua tenerezza e la sua generosità come esempio da imitare per tutti, si tesseva l'elogio delle sue opere grandiose e la sua origine soprannaturale era diventata un articolo di fede. I preti si occuparono di tramandare il Libro alle generazioni successive, mentre interpretavano con autorevolezza il senso delle sue parole e il significato profondo della santità della sua vita e della sua morte. Chiunque si discostasse dai loro insegnamenti veniva punito senza pietà con la morte o la scomunica. Assorta com'era nelle attività religiose, la gente finì col dimenticare come si accendeva il fuoco."
(Anthony De Mello - La preghiera della rana Saggezza Popolare Dell'oriente - Primo Volume Edizioni Paoline)

L'allusione era fin troppo esplicita, e questo raccontino del gesuita indiano gli ha guadagnato la formale e postuma condanna della Congregazione della Dottrina della Fede, la quale tra l'altro precisa: "... (omissis) secondo la logica dell'Autore qualsiasi credo o professione di fede sia in Dio che in Cristo non può che impedire l'accesso personale alla verità. La Chiesa, facendo della parola di Dio nelle Sacre Scritture un idolo, ha finito per scacciare Dio dal tempio. Di conseguenza essa ha perduto l'autorità di insegnare nel nome di Cristo. Al fine pertanto di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni suesposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni...."

Al di là degli anatemi, questa parabola mi suscita una diversa chiave di lettura della storia della Chiesa e della prospettiva in cui occorre guardare la Chiesa: 
1. al di là del perché e per come, la Chiesa è di fatto la custode del Fuoco.
2. la Chiesa è una comunità popolata fin dall'inizio dalle passioni e dalle ambizioni umane, come ogni società umana, piccola o grande che sia.
3. il modo giusto di cercare la via del Fuoco è stare nella Chiesa, filtrando il disturbo della lotta del potere, dell'organizzazione delle risorse, e ogni tradizione paganeggiante.

Il terzo punto mi allontana di fatto dalla prospettiva esistenziale di tanti amici, che hanno concluso che non valga la pena di stare dentro la Chiesa.
E' facile trovare tanti difetti nell'organizzazione cristiana, e trovarsi un facile alibi per stare lontano dalla casta dei preti.
Ma è la via facile.
Prendere le distanze dalla Chiesa è di fatto un modo implicito per prendere le distanze da Cristo.

E' assurdo e paradossale, ma proprio a coloro che l'hanno tradito Lui ha affidato il suo messaggio; proprio su chi l'avrebbe immediatamente rinnegato più volte avrebbe basato la sua Chiesa, su chi per primo avrebbe iniziato a perseguitare i suoi discepoli, e sulla pavida comunità dei discepoli che si nascondeva agli ebrei e ai romani.

E, nel (poco) bene e nel (tanto) male, il Suo messaggio è arrivato fino a noi attraverso generazioni di chierici riccamente vestiti e incoronati della mitra. 

Strano, eppure il fuoco non si è spento...

Ancora oggi possiamo trovare alcuni illuminati nella Chiesa, che magari vivono nell'anonimato e senza aspirazione di carriera, ma che portano l'annuncio del Fuoco a molti. 


Post popolari in questo blog

Le piaghe della Chiesa

Manuale dello sposo cristiano - cap. 1

La liturgia del mio matrimonio