Fede e sentimento



Recentemente ho avuto la possibilità di fare un momento di riflessione sulla mia storia sentimentale, grazie ad un amico che pazientemente è stato ad ascoltare il racconto di decenni della mia vita.

Quello che mi ha colpito è che riguardando me stesso da ragazzo come dall'esterno, ho riconosciuto una peculiare forma mentis che separava l'ambito della spiritualità da quello sentimentale; ed in effetti nei contesti sociali e religiosi in cui ho sperimentato le prime infatuazioni giovanili, vedevo queste emozioni come mero prodotto della mia fisicità.

Come se il rapporto di immedesimazione con Dio non potesse ricoprire il mondo dell'attrazione sessuale. E così ho vissuto con estrema prudenza e timidezza ogni rapporto personale con le ragazze, imponendomi una disciplina e una rinuncia che pensavo moralmente corrette.

Dalla mia prospettiva attuale, se ho un rimpianto, è proprio di non aver capito a quel tempo che Dio ricopre tutta la realtà della ns. umanità. Non è che Egli si limiti ad apprezzarci nel momento della preghiera o della liturgia. 

Non possiamo confinare la Sua Presenza negli aspetti della vita che riteniamo più degni di Lui. Egli conosce ogni nostro pensiero ed ogni  pulsione sentimentale. Dio comunica con noi attraverso gli incontri con le persone, e pretende che noi viviamo al meglio della nostra potenzialità tali incontri. E' peccato di omissione non dichiarare il proprio affetto spontaneo per la giovane da cui si è attratti. Dio non vuole l'ipocrisia. Dobbiamo essere veri e spontanei, e dire pane al pane.

Ci sono persone come me che conoscendo la propria vulnerabilità emotiva si sono protette dalle delusioni sentimentali, rinunciando di fatto a vivere una stagione importante della propria vita. Ci trinceriamo dietro l'ammissione della ns. insicurezza, ma Dio ci vuole coraggiosi ed intraprendenti nella vita. Lui, e non il Caso,  ci ha messo al mondo, e siamo tenuti ad esprimere la ns. massima potenzialità e partecipazione per dare senso alla nostra esistenza.

Ogni sentimento va vissuto con trasparenza, purezza, disponibilità. Ed è proprio il fatto di distaccarsi da noi stessi e dal nostro bisogno che ci protegge dai traumi emotivi connessi ad eventuali rifiuti e incomprensioni.

Io sono tutto di Dio, sia quando sono vado in chiesa che quando vado in bagno; non esiste niente di impuro in me, se in ogni istante Egli abita il mio cuore.

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