la Parola d'inciampo




C'è stato un tempo in cui sembrava che la Chiesa non volesse incentivare la conoscenza diretta della Sacra Scrittura. Poi, quando anche questo muro culturale si è sgretolato, la privata interpretazione ha moltiplicato i settarismi nel filone protestante, e ha cominciato a fornire ad ogni cristiano la tentazione di farsi un magistero dottrinale proprio. Tentazione alla quale, lo devo ammettere, devo spesso resistere anche io.

Proprio ieri un carissimo e cattolicissimo amico mi diceva di non credere affatto nel matrimonio, di non credere di essere fatto per legarsi ad una donna, e di non credere neanche che il matrimonio sia un sacramento, dato che nel vangelo non c'è riportato un episodio in cui Gesù Cristo abbia costituito tale pratica come strumento di Grazia.


Ammesso e non concesso che il Messia sia andato alle nozze di Cana senza intenzioni di tracciare una via, e che pure quando fece il discorso "nessuno divida quello che Dio ha unito" (Mt 19,6 e Mc 10,9) non intendesse valorizzare il vincolo coniugale (come se potesse aver parlato a vanvera), c'è però una questione di fondo che rimane insoluta: la Buona Novella è stata affidata agli evangelisti o agli apostoli?


Cioè, risulta nella Sacra Scrittura che Gesù abbia pregato i suoi discepoli di prendere appunti, e di raccogliere e documentare i suoi discorsi, o invece ha affidato la missione di evangelizzare alle persone di cui aveva fiducia?
E quindi, qual'è il rapporto tra i Vangeli e la comunità che ha ereditato tale missione?


Mi pare evidente che la principale fonte della dottrina del messaggio evangelico sia la Chiesa come erede della missione apostolica affidata da Gesù, mentre i Vangeli sinottici sono fonte in quanto riconosciuti dalla Chiesa come frutto di ispirazione divina. E che non è affatto detto che siano una fonte esaustiva, visto il percorso frammentario che li ha portati a noi. La Tradizione della Chiesa è per i cattolici la fonte primaria del Magistero, accanto ai Vangeli che sono stati riconosciuti e legittimati.


Pertanto, caro amico, se la tua lettura di buona fede non ti aiuta a trovare nel vangelo il supporto all'esistenza del sacramento del matrimonio, fidati - come ha fatto Gesù -  della capacità della Chiesa di saper riconoscere dove sussistono i strumenti della Grazia santificante.
Riflettiamo ancora su un aspetto storico: Gesù sapeva di portare un messaggio importante, che avrebbe completato il senso della Bibbia; andava regolarmente nella sinagoga a leggere l'Antico Testamento sui rotoli di pergamena. Come mai non gli è venuto in mente di lasciare uno scritto sull'argomento? C'è qualcuno che possa pensare ad una svista?


Una cosa è certa: quelli che fondano la propria Fede solo sulla S. Scrittura diventano fondamentalisti, e rischiano di deviare seguendo la privata interpretazione. La lettura dei Vangeli è cosa buona e di arricchimento spirituale solo se affrontata con intelligenza, umiltà e di aderenza alla comunità ecclesiale. 
Altrimenti diventa pietra di inciampo e strada per la perdizione.

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