Inferno


"Quando attraverserà

l'ultimo vecchio ponte

ai suicidi dirà

baciandoli alla fronte

venite in Paradiso

là dove vado anch'io

perché non c'è l'inferno

nel mondo del buon Dio. "

Fabrizio De Andrè - Volume I (1967) -   Preghiera In Gennaio


Inferno e Paradiso sembrano ai più delle leggende, su cui si può scherzare per scaramanzia.

Ma se il Regno di Dio è cominciato, secondo le promesse di Cristo, è situato nella dimensione della Carità/Agape/Amore gratuito che unisce alcune persone in alcuni momenti della loro vita.

Anche l'Inferno esiste già in questa terra, e lo sperimentiamo quasi tutti, nel momento di quella rabbia/ira/disperazione/incubo che  ci ha preso in reazione a certe forti provocazioni della vita. Per alcuni è un momento di follia, una reazione involontaria e istintuale che però ci stringe come una morsa da cui è difficile sottrarsi. Per altri, l'incubo dell'odio sistematico per gli altri è un fuoco che blocca qualsiasi comprensione del prossimo. L'inferno è un fuoco che brucia qualsiasi stimolo esterno, è un buco nero in cui ogni realtà viene divorata in una fame inesauribile. Vediamo diversi esempi di chi si consuma  nelle maratone sessuali, nella dipendenza da sostanze psicotrope, nel vizio del gioco, nella ricerca di emozioni estreme. Persino alcune forme di stackanovismo costituiscono un vortice di alienazione, di disumanizzazione, di perdita di se stessi in un ritmo di lavoro che è una droga per non pensare, per perdere il contatto con la propria umanità, con il nostro cuore e il nostro spirito. Il paradigma del dickensiano Ebenezer Scrooge.

L'inferno in questa terra è il peccato veramente mortale, che uccide lentamente l'anima.

Dopo la morte, è ovviamente una situazione senza uscita.

 

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