L'oggetto della Fede

Quello che mi sembra difficile spiegare ai miei amici ė che l'oggetto della Fede cristiana non ė altro che l'amore. Sembra apparentemente facile a capirsi, ma il difficile ė capire di cosa si sta parlando.

Se io potessi capire veramente l'amore di Dio, allora potrei capire Dio con la mia mente limitata.

L'amore di Dio non è precisamente nė eros, nė amicizia, nė genitorialità, nė sacrificio. 

Ė qualcosa che ė oltre.

Ė qualcosa al di là del bello e del brutto, del buono e del cattivo, della misericordia e della crudeltà.

Ė qualcosa che si potrebbe dire sublime, ovvero fuori dalla capacità di definizione. Ineffabile.

Ed ė per questo che risulta difficile fare un percorso catechistico esaustivo, fare un esperienza di Fede definitiva. C'è sempre un quid che ci sfugge, che manca, un non detto. La realtà di Dio ė sempre un passo avanti alla nostra capacità.

Si capisce pertanto come per tanta gente la fatica di credere sia troppa, e vivano facendo finta che non ci sia niente. L'agnosticismo ė la resa di fronte ad un mistero troppo grande, troppo faticoso.

Poi ci sono anche le persone religiose che sembrano aver capito tutto. E questa ė una presunzione che li pone alla berlina del mondo, li fa seppellire da ridicolo.

L'uomo di Fede ė il socratico per antonomasia. Sa di non sapere. Si inginocchia di fronte al mistero di un amore troppo grande. Si lascia sovrastare dall'essere infinito.

E comunque accetta il compromesso, l'approssimazione che comporta percorrere in concreto, ogni giorno, con i piedi per terra, la via di Dio: amatevi come io vi ho amato, disse Gesù. Fino alla morte. 

Questo amore assurdo e sciocco che è mettersi a servizio anche delle persone più improbabili: coloro che ci annoiano, ci fanno schifo, ci sono nemici, ci perseguitano. Il paradosso del l'etica cristiana. Un percorso veramente sfidante, veramente eroico, che ci provoca fino al limite delle nostre capacità.

L'unico senso possibile della vita. 

L'unico percorso che vince la morte.