Come fare la guerra






Non fate la guerra ma fate l'amore!
Ecco bravi, fate finta che la guerra si possa cancellare con facilità.
Fate finta che la pace sia alla portata di tutti.

La verità è che quando la guerra bussa alla tua porta, non puoi far finta di niente, non puoi evitarla.
E parlo di guerra a tutti i livelli: quella tra amici, tra partner, tra familiari, tra colleghi di lavoro, tra sconosciuti, tra tifosi, tra popoli.

Rimane il problema di come affrontarla nel modo più razionale, nel modo più efficiente, nel modo più economico, nel modo più morale.

Ora, è chiaro che la reazione più immediata è la ritorsione, più o meno proporzionale, ma è anche quella più stupida, perchè porta ad un'escalation che danneggia tutte le parti in gioco.

Gesù ha detto:
[27] Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,
[28] benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
[29] A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
[30] a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.  (Luca, 6)

Altra ricetta: “La mia non-cooperazione non nuoce a nessuno; è non-cooperazione con il male,… portato a sistema, non con chi fa il male” (Gandhi, Gandhi Parla di Stesso, p.128).

Io direi: per fare bene la guerra, occorre tenere i nervi saldi, e la testa sul collo. 
Occorre limitare i danni, se non altro quelli interiori.
La guerra non ci deve rubare la nostra anima.

La guerra non ammette passività, pigrizia.
Non bisogna cedere al male.

Occorre pianificare un intervento. Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia.
Occorre reagire, nel modo più idoneo alla tutela dei diritti di tutti.
Non per mera vendetta, ma per fissare un principio, una garanzia, un elemento educativo.
Dobbiamo innanzitutto difendere noi stessi dall'odio, dall'istinto di rivalsa.
Fare la guerra ė educare.
Non importa se al momento non sembra avere senso, ma certe cose nel tempo si capiscono.

Esiste un modo giusto di fare le cose, di dare senso a ciò che si fa.
Come non si vive per compiacere se stessi, ma per mettersi a servizio di Dio e degli altri, così anche la guerra diventa un servizio, una mansione sgraditissima ma necessaria per garantire la giustizia.
Opporsi al male ė faticoso e doloroso, ma moralmente necessario.
Prima di tutto per stimolare la conversione del nostro nemico.
Per non lasciarlo nell'illusione che possa vincere il male.

Bisogna uscire dalla trappola dell'orgoglio ferito, e fare quello che è giusto fare.
Bisogna uscire dalla trappola delle soluzioni autoreferenziali, e confrontarsi.
Bisogna che le soluzioni nascano il più possibile da una maturazione comune.

Bisogna vincere il male con il bene.
Il bene a volte ė dire no. 
Amare a volte vuol dire indicare con risolutezza una strada.
 
 




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