Il terzo fattore


Rm 3:28 Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge

Giac 2:24 Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede.

1Cor 13:2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

Tesi, antitesi e sintesi: la dialettica aristotelica caratterizza il dibattito sul requisito essenziale del cristianesimo. Fede o opere? Entrambe di sicuro, necessitano ma non bastano. 

Il comandamento nuovo non è (come i più sprovveduti ritengono)  "abbiate fede" nė "fate del bene". Ma ė piuttosto: "amatevi come io vi ho amato" (Gv 15,9-17).

La grandezza di Paolo sta proprio nel l'aver evidenziato questo elemento: tutta la fede e tutte le azioni più grandi non valgono agli occhi di Dio, se non sono animate dall'amore di Cristo.

E il cammino di fede sta proprio in questo: usare del tempo e delle esperienze della vita per conoscere ed esplorare questo amore misterioso che è umanamente irragionevole; l'amore per i nemici, per i molesti, per i repellenti, per i persecutori. Un amore animato da un eroico sforzo di volontà, piuttosto che da un romantico sentimentalismo.

Solo comprendendo questo possiamo dare un senso alla preghiera e alla liturgia. Il rito più solenne ė inutile se non ci fa crescere nel mistero dell'amore di Dio. 

Il sacrificio nel servizio agli altri non ha alcun valore agli occhi di Dio se non ė animato da autentico sforzo di amore.

L'amore che vale non è quello spontaneo, ma quello che costa. Non è quello che viene attirato dalle apparenze, ma quello che rinuncia alla soddisfazione e alla gratitudine umana per avvicinarsi a Dio.

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