L'ansia del gender






Noi cattolici stiamo affrontando con grande trepidazione il confronto con la nuova pedagogia europea della teoria del gender. Temiamo, così mi pare, che la confusione sessuale possa minare le fondamenta della società tradizionale, e confondere le menti vergini dei nostri figli.

Io penso che questa teoria sia una moda culturale come il new age, e che la sua efficacia sia proporzionale alla debolezza della nostra spiritualità.

Certo, le menti più giovani ne possono venire affascinati, per la carica egalitaria e democratica che le viene associata, ma solo se queste menti sono già lontane dalla relazione quotidiana con Dio.

Chi vive nella preghiera e nella ricerca del dialogo con Dio attraverso la Sua Parola, non può cadere nella suggestione delle idee di moda.

Il problema è che molti giovani vivono nel consumismo, nell'edonismo, nell'egocentrismo; e allora, che importa se vi aggiungono la confusione nell'identificazione sessuale?

Io penso che la preoccupazione più importante dovrebbe essere per la salute dell'anima delle persone, e dei giovani in particolare. La testimonianza degli adulti non  può limitarsi ad una lezione accademica. La responsabilità dell'apostolato passa dall'esempio di una vita vera. Solo se l'adulto rivela la ricchezza di una vita spirituale impegnata, il giovane sarà disposto a credergli.

Solo se l'adulto mostra la gioia della presenza del Signore, e la forza che la Fede dà di affrontare le traversie della vita, il giovane ne potrà cogliere la verità. I discorsi fanno poca strada. Non bisogna parlare, ma essere. 

La diversità sessuale si coglie meditando la femminilità e la maternità di Maria. La virilità e il coraggio di Gesù e dei suoi apostoli. Questi sono fatti, non costruzioni culturali. I nostri modelli di comportamento sono questi, non occorre discutere sui ruoli culturali di sesso. 

Bisogna ripartire dall'Imitazione di Cristo.

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