L'umiltà delle sciocchezze

L'altro giorno Dio mi ha voluto significare attraverso un'anima bella e santa (sì, ho il privilegio di conoscerne) quanto sia importante cogliere l'essenza dell'umanità a partire dalla sua dimensione più umile e limitata, le manifestazioni di una terrena contingenza che si esprime nel tempo in tante piccole cose.
Ognuno di noi ha il suo piccolo bagaglio di sciocchezze terrene da trascinarsi, fatto di piccoli attaccamenti, briciole di aspettative, ambizioni, desideri.
Un brodo di limitatezza che può apparire il terreno di coltivazione del peccato, ma che invece può diventare il campo di lavoro di Dio.
Perché Dio ci cerca, momento per momento, nella nostra imperfezione.
Il Suo amore è per sempre, dice una sessantina di volte la Bibbia.
E la nostra relazione con Lui vive di questa limitatezza.
Quando egli ci invita a pregare incessantemente (1 Ts 5,17), a bussare insistentemente alla Sua porta (Mt 7,7), è chiaro che si riferisce ad un bisogno contingente, ad una richiesta di aiuto nella piccolezza dei nostri problemi quotidiani.
Anche nella preghiera si deve essere umili, inchinarsi a Dio cogliendo quello che realmente siamo.
Non siamo angeli, non siamo perfetti, siamo peccatori, incapaci di salvarci con le nostre sole forze.
E allora ammettiamo di dover dipendere dal Suo aiuto anche nelle minime cose della vita.
Non vergogniamoci di chiedergli aiuto prima di parlare con quella persona che ci dà disagio, prima di affrontare i piccoli esami quotidiani nel mondo del lavoro, per trovare parcheggio, per riuscire ad andare di corpo, e per qualsiasi altra sciocchezza di cui è veramente fatta questa nostra vita terrena.
Quando saremo nel tempo della pienezza, avremo solo da godere del Suo eterno abbraccio; ora siamo qui, nel tempo in cui dobbiamo gestire i nostri aspetti materiali e fisici.
Cristo non è venuto per trovare i perfetti, ma per salvare noi malati e imperfetti (Mc 2,17).
Ma ci vuole veri e non ipocriti, quello che siamo e non quello che vorremmo essere.
Una relazione vera, personale, autentica.
Una fede vissuta nella piccolezza.
Se siamo coscienti di essere servi inutili (Lc 17,10), Lui ci può rivestire di una dignità principesca.
In Lui solo è il nostro orgoglio, il valore e il senso della nostra vita.

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