Non accontentarsi

Sono affascinato dall'idea che ogni debolezza umana sia favorita da un atteggiamento di sufficienza, come se ognuno di noi avesse un limite virtuale a quello che possiamo avere dalla vita.
E più il limite è basso, più la debolezza diventa depravazione.
C'è chi nella vita si accontenta di bere vino, fino a ubriacarsi e rovinarsi nell'alcol.
C'è chi si accontenta di accumulare denaro, chi di potere politico.
C'è chi si accontenta di un amore romantico, chi di soli rapporti sessuali.
C'è chi si appaga a sufficienza di un percorso culturale, chi di uno artistico, altri di una passione sportiva.

Solo pochi illuminati non si accontentano di quello che può offrire la vita materiale, e cercano un appagamento senza fine in Dio.
Essi sono edonisti, ma di un tipo molto raffinato.
Sono egoisti a un livello così estremo da sembrare altruisti, perché servendo Dio nel prossimo perseguono in modo sofisticato il proprio interesse insieme a quello altrui.
Sono pazzi per il mondo, perché non tengono alle cose che valgono per tutti gli altri. Non cercano il lusso nelle case, nelle auto, nei vestiti. Solo una cosa conta, la ricerca di Dio nei prodigi del Suo Amore.
E una vita trascorsa nell'attesa dell'incontro con Dio nella morte corporale. Pazzi, mille volte pazzi. Ma santi.

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