Effetto stenopeico

Ho scoperto per caso quegli occhiali che allenano l'occhio a focalizzare un'area specifica, potenziandone la messa a fuoco, e permettendo una visione migliore pur in assenza di lenti correttive. Si tratta di superfici opache con piccoli fori, e niente più. Ho strabiliato diversi amici miopi e presbiti facendo provare l'effetto correttivo. 

Al di là di questa applicazione fisica, il principio mi sembra applicabile anche alla dimensione spirituale: abbiamo bisogno di applicare un filtro alla realtà, uno schermo che elimini le distrazioni e i disturbi della vita quotidiana, per poter focalizzare la relazione con Dio.
Abbiamo bisogno di spazi di silenzio, di uno sforzo per distaccarci dai problemi contingenti, dall'ansia per la salute, il lavoro, i soldi, il disagio relazionale.
Dobbiamo riuscire a filtrare la realtà dalla paura.
Dal minuscolo foro immaginario dobbiamo poter scorgere solo il momento presente, cioè il momento in cui proviamo a fare l'esercizio, quei minuti secondi lì, e non quelli prima e non quelli dopo.
Il momento presente ė tendenzialmente statico, come se potessimo rallentare il tempo al massimo.
Dal piccolo foro possiamo focalizzare lo sguardo su Dio.
Al di là delle rappresentazioni culturali, al di là delle nostre proiezioni. 
Nessuna immagine, solo la contemplazione di questa straordinaria capacità di amare, che ci possiede, e respira dentro di noi.

Come per gli occhiali stenopeici, il beneficio ė proporzionale all'esercizio.
Se ci abituiamo a vedere il mondo con lo sguardo amorevole di Dio, tutto avrà un senso diverso.
Nessuno sconto sulla fatica e la sofferenza della vita, ma tutto offerto per amore.
Ancora tentazioni, ancora paura, ancora rabbia, ancora la frustrazione per la propria inadeguatezza, ma ad ogni limite corrisponde una promessa sull'inesauribilità della Misericordia di Dio.

E nel rapporto con il prossimo, l'effetto stenopeico aiuta, evitando la tendenza a misurare le persone per simpatia, bellezza e doti personali. Nel nostro piccolo foro guardiamo ad ogni persona come tempio di Dio, come tabernacolo, come miracolo della creazione di Dio. Buoni e cattivi, belli e brutti, tutti portiamo il segno della volontà creatrice di Dio. E in quello, solo in quello, sta il valore delle persone.

Il credente non è un arrivato, un illuminato. Il credente è chi cerca e incontra un Dio che lo cerca, e si trovano, in un abbraccio senza fine che colma ogni limitatezza umana.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le piaghe della Chiesa

Manuale dello sposo cristiano - cap. 1

Sepolto e ritrovato