Se oggi fosse l'ultimo giorno

Se oggi fosse il mio ultimo giorno, e solo una manciata di ore mi separassero dall'incontro con Dio, ogni preoccupazione sul domani cesserebbe.
Cercherei di lasciare le cose più ordinate possibile, per quelli che dovranno camminare ancora su questo piano terreno.
Cercherei soprattutto di chiedere perdono a coloro che hanno subito torti da me, per lasciarmi in pace con tutti.
Spero che siano pochi perché il tempo è breve.
Non credo che andrei a lavorare, piuttosto andrei in chiesa a chiedere i sacramenti.
Nel frattempo, rimarrei nella preghiera ogni istante libero.

Ma se per caso non avessi l'assoluta certezza di morire in poche ore, dovrei comunque affrontare la giornata come se ci fosse ancora un domani per terra.
E allora dovrei fare un compromesso tra le priorità di preparazione all'evento e i doveri connessi al sopravvivere. Quindi andrei a lavorare, pur con l'animo di chi c'è ma sta per andare. Come quando uno lavora gli ultimi giorni in un posto,  ma ha già dato preavviso di licenziamento. C'è ma con il distacco di chi non appartiene più alle preoccupazioni del posto. Una volta quelli che stavano per finire il periodo di leva militare venivano chiamati in caserma "fantasmi". Lo stesso in ufficio per i pensionandi.

Spesso ho provati questa sensazione, di non appartenere al posto dove sono, ma di essere cittadino di ben altra patria celeste. Sentirsi straniero, un UFO.

Alla fine tutti ritorneremo a Dio. Una nuova nascita, con i dolori del travaglio.
Finalmente nella Luce di cui abbiamo avuto qualche intuizione tutta la vita.

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