Testimonianza

“Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” Mt 10,32-33


La questione testimonianza non è affatto pacifica per la Chiesa.
C'è chi dà testimonianza con il martirio, c'è chi si preoccupa di richiamare quotidianamente il prossimo alla Buona Notizia, c'è chi evita di parlarne ma cerca di dare un segnale comportamentale, c'è chi ritiene sufficiente qualificarsi come credente all'occasione, chi partecipare solo al rito settimanale. Chi gira tutto il mondo conosciuto come Paolo di Tarso, chi sta in monastero come Teresa del Gesù Bambino.

Papa Francesco ha detto la sua su questo argomento in più occasioni. Riporto un estratto giornalistico del 13 giugno 2017:


“Sì – sì”, “no – no”: parole decisive, come ci ha insegnato il Signore giacché, ha rammentato Francesco, “il superfluo proviene dal maligno”. È proprio “questo atteggiamento di sicurezza e di testimonianza – ha aggiunto – quello che il Signore ha affidato alla Chiesa e a tutti noi battezzati”: “Sicurezza nella pienezza delle promesse in Cristo: in Cristo tutto è compiuto. Testimonianza verso gli altri”. Questo è essere cristiano: “Illuminare, aiutare a che il messaggio e le persone non si corrompano, come fa il sale”. La proposta cristiana, ha detto Francesco, è tanto semplice ma “tanto decisiva e tanto bella, e ci dà tanta speranza”. “Io sono luce – possiamo domandarci – per gli altri? Io – ha detto ancora il Papa – sono sale per gli altri?, che insaporisce la vita e la difende dalla corruzione? Io sono aggrappato a Gesù Cristo, che è il ‘sì’? Io mi sento unto, sigillato?”. Quando vediamo una persona “solare”, questo “è riflesso del Padre in Gesù nel quale le promesse sono tutte compiute. Questo è il riflesso dell’unzione dello Spirito che tutti noi abbiamo”. E Gesù dice ai discepoli: ‘Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre’. Tutto questo, per glorificare Dio. La vita del cristiano è così”. Di qui l’auspicio di essere “radicati nella pienezza delle promesse in Cristo Gesù che è ‘sì’, totalmente ‘sì’, e portare questa pienezza con il sale e la luce della nostra testimonianza agli altri per dare gloria al Padre che è nei cieli”.
Nel 1995, quando ho scelto le letture per il mio matrimonio, ho scelto proprio Mt. 5, 13 Voi siete il sale della terra.
Con questo, l'obiettivo della testimonianza non è comunque mai stato centrato; in particolare confesso l'incapacità di esprimere in tutti gli atti quotidiani la diversità dell'approccio cristiano rispetto a quello mondano.
Eppure ci sarebbe una bella differenza, perchè l'approccio cristiano alla realtà quotidiana è quello di farsi servi di tutti, mentre quello mondano è quello di pensare a sè stessi innanzitutto; quello di non attaccarsi a nulla, mentre il mondo ci propone la costante ricerca consumistica; quello di vivere nella preghiera e nel silenzio, mentre il mondo ci vuole frastornati dal rumore multimediale; quello di ascoltare, comprendere, confortare, mentre il mondo ci porta a calpestare il disagio degli altri.
Chi manifesta nella sua vita l'approccio cristiano è scandalo per i mondani, incompreso, considerato strano, suscita curiosità e stimolo per capire la differenza.
Peccato che la superficialità mondana etichetti frettolosamente determinati comportamenti come peculiari di una persona, evitando di capire lo sforzo che c'è dietro. Li ho sentiti spesso dire: "è fatto così, è uno buono", "ha il suo percorso".
Invece di natura siamo tutti egoisti, egocentrici, autoreferenziali, edonisti, prepotenti. Nessuno è buono, solo Dio. Tutti gli altri, noi, dobbiamo camminare un percorso difficile per contrastare le nostre tendente naturali autodistruttive.
E lo facciamo non perchè siamo nati docili, ma perchè abbiamo riflettuto e scelto questo approccio alla realtà del mondo. Non siamo buoni, e sappiamo che con le nostre forse non lo diventeremo mai. Affidiamo i nostri sforzi a Dio, e da Lui riceviamo aiuto in qualche modo. Lui ci giustifica, ci fa santi, nonostante la nostra imperfezione incolmabile.
La testimonianza è la sfida della nostra vita, che possiamo affrontare solo uniti a Lui.

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