Auguri pasquali




Tempo di auguri pasquali, diffusi, indistinti, di cortesia.

Indifferenti al significato religioso o meno dell'evento.

Tutti o quasi sappiamo che la festa deriva dalla Pasqua ebraica, e che poi è stata adottata dai cristiani in riferimento alla resurrezione di Cristo.

Però dà l'impressione di essere comunemente percepita come celebrazione della rinascita primaverile.

Si può condividere con tutti, atei e credenti, il senso della liberazione, della emancipazione!

Liberazione da cosa, però.

Liberazione dalla paura.
Dalla paura della morte.
Che è poi paura della sofferenza.

Tutti dobbiamo affrontare la sofferenza fisica e psicologica nella nostra vita, e tutti senza eccezione arriviamo prima o poi alla morte.

Una paura che va quindi affrontata, gestita, elaborata, preparata.

Ci si può preparare alla morte?
Penso di sì, almeno in parte.
Condivido chi sostiene che bisognerebbe vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.
Mi spiace invece vedere tanti che non ci vogliono pensare, non ne vogliono parlare. Tabù.

Però alla libertà ci pensiamo.
E non c'è libertà senza liberazione.
E prima di agire, occorre sapere da quali catene dobbiamo liberarci.

Ognuno ha le sue, naturalmente.

Buona Pasqua voglia dire questo, a tutti: liberatevi!

Pensateci a questa liberazione!

A cosa vuol dire essere persone libere!

Auguri!

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