Divisioni e scismi

Ieri 12 settembre 2019 i giornali davano risalto ad un'intervista a Papa Francesco in occasione di un viaggio in aereo, in cui egli ha dichiarato che sarebbe dispiaciuto che la chiesa americana si dividesse da quella cattolica, ma che tutta la storia della Chiesa è popolata da simili separazioni, causate dalla rigidità dottrinale.
Sottoscrivo tutto e umilmente aggiungo: la divisione è segno di lontananza da Dio. Egli è inclusivo, e promuove la comunione.
Sono fanatico della comprensione, e oggi la liturgia mi conferma perché propone il noto brano in cui Gesù ci invita a non guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro (Lc 6,40).
Guardando alla storia della Chiesa, sono molto critico sulla lotta alle eresie, condotta sempre con violenza. Molto male è stato fatto in nome dell'ortodossia. Mai Gesù avrebbe approvato l'uso della spada contro gli eretici ariani, gli ugonotti, i luterani o quant'altri. Quando la Chiesa non segue la via dell'amore tradisce se stessa e devia dalla guida di Cristo, che è mite e umile di cuore.
Giusta la via di chi avrebbe avuto ragione a condannare, ma non l'ha fatto, e sto pensando a Francesco d'Assisi.
Tutti possiamo sbagliare la dottrina in buona fede, l'importante è avere quel rapporto con Dio e con il prossimo che ci conduca alla conversione. Se non c'è amore non ci può essere conversione.
Ed è questo che manca oggi a chi critica il Papa: l'amore e l'umiltà.

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